Arte a Dublino: non perdetevi la World Press Photo exhibition

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Ami il mondo dell’arte? Questo dicembre Dublino ospita una mostra fotografica da non perdere.

ATTENZIONE: alcune immagini potrebbero urtare la vostra sensibilità.

Fino al 22 dicembre 2013 presso the chq Building situato nell’International Financial Services Centre avrà infatti luogo l’esposizione delle fotografie vincitrici del prestigioso concorso organizzato dalla World Press Photo.

La World Press Photo è una organizzazione no-profit fondata nel 1955 ad Amsterdam, celebre per la più ambita “competizione” nel mondo del fotogiornalismo.

150 immagini, 54 autori e 33 nazioni: questa in numeri è la World Press Photo 2013.

Tra i premiati ben sei gli italiani (Fabio Bucciarelli, Vittore Buzzi, Paolo Patrizi, Paolo Pellegrin, Fausto Podavini e Alessio Romenzi).

Il fotogiornalismo non è solo una forma d’arte, ma ha anche pieno valore di cronaca ed informazione. Osservando con profondità le foto della mostra si potrà percepire tutto il loro potere. La straordinaria abilità di un fotoreporter sta non solo nel documentare la storia ma spesso nel crearla attraverso i propri scatti. Scatti che immortalano il più delle volte quell’unico attimo, espressione o scena che possono dire tutto su una realtà, un conflitto, una discriminazione, un dramma civile, ambientale o umano.

Ci sono storie come quella impressa da Altaf Qadri. In Europa la lotta contro l’abbandono scolastico diventa oggetto di una risoluzione del Parlamento Europeo; in India invece il desiderio di imparare spinge ogni giorno un gruppo di bambini a lasciare le baraccopoli di New Delhi per godere di una scuola ricavata tra le macerie del sotto cavalcavia di una metropolitana (foto in alto). E così un luogo che è spesso simbolo di miseria, degrado o desolazione diventa premessa di riscatto umano e sociale.

La foto vincitrice del World Press Photo 2013 è stata scattata nel novembre 2012 dallo svedese Paul Hansen e ritrae i corpi privi di vita di due bambini palestinesi uccisi da un missile israeliano a Gaza.Una delle foto di Majid Saeedi testimonia invece un progetto di integrazione sociale di donne afghane della provincia di Kandahar. Si noti quanta forza è trasmessa dal contrasto tra le due donne ritratte nei loro caratteristici abiti, e spesso vittime di emarginazione o violenza, e la stravaganza ed emancipazione della famosa bambola.

La forza della foto sta nel modo in cui mostra il contrasto tra rabbia e dolore degli adulti da una parte, e innocenza dei bambini dall’altra“, così dichiara un membro della giuria del concorso.

Un corteo di uomini, di soli uomini, rimarca ancora di più il venir meno della vita testimoniato nella foto. I tanti commenti su questo straordinario scatto di Paul Hansen parlano di una folla che trasporta tra urla di disperazione i due piccoli corpi.

Osservandola a lungo si ha invece la sensazione che siano i due corpi a muoversi e gridare, trascinando dietro di sè un corteo di uomini impotenti di fronte a una tale violazione, ed immobilizzati nell’ennesima atroce ingiustizia.

La World Press Photo Exhibition non vi lascerà indifferenti, e vi permetterà di calarvi nelle contraddizioni, nelle tragedie o nelle speranze del nostro mondo.

Ricordiamo inoltre che l’ingresso infrasettimanale alla mostra (lunedì-venerdì) è libero tra le 10 e le 12 del mattino.

Nadia Mancieri


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